Fatture e Corrispettivi: piattaforma vulnerabile. Provvedimenti del Governo

Pubblicato il 27 settembre 2017

Il grave disservizio della piattaforma ‘Fatture e Corrispettivi’ e l'allarme violazione privacy hanno portato il viceministro Mef, Casero, a chiedere una relazione ai vertici di Sogei ed Entrate sulle cause del blocco delle funzionalità ed il Garante della privacy ad avviare un’istruttoria sul caso degli accessi indebiti ai dati.

Fermo nelle intenzioni del dicastero di non rinunciare alla procedura e ai dati Iva, Casero pensa al rinvio della scadenza, oltre la miniproroga delle Entrate, e a correttivi: “Dai dati che ci forniranno le strutture potremmo capire meglio dove il sistema non ha funzionato, quali e quanti soggetti sono stati coinvolti e se necessario utilizzare questo blocco per rivedere tutto il meccanismo delle comunicazioni Iva”.

Il direttore delle Entrate, Ruffini, dopo l’incontro con il Garante della privacy, sul mini rinvio al 5 ottobre 2017 precisa: “è quello che può concedere in via amministrativa l’Agenzia a causa del disservizio del sito”.

Oltre ai professionisti anche le imprese chiedono tempo

Non solo i professionisti fiscali, anche Rete imprese Italia chiede la proroga suggerendo la data del 18 ottobre 2017 e una norma che escluda sanzioni per i primi invii dei dati di fatture e liquidazioni Iva.

Sull'onda delle proroghe

Si fa largo anche l’ipotesi di uno slittamento del termine del 2 ottobre 2017 per l’adesione alla definizione delle liti pendenti, a causa delle difficoltà interpretative che impediscono una valutazione sulla convenienza ad aderire. Come chiesto da Uncat (Unione nazionale camere avvocati tributaristi), che reputa opportuno considerare forme di ravvedimento per eventuali errori di calcolo per evitare futuri contenziosi.

Probabile, inoltre, la riapertura della rottamazione delle cartelle Equitalia per i soggetti decaduti dalla prima sanatoria e i destinatari di cartelle ricevute entro aprile 2017.

Sanzioni

Quanto alle sanzioni da valutare caso per caso, il Cndcec avvisa: “si lascia spazio alla discrezionalità degli uffici” con l'aggiunta di “ulteriore caos nella già travagliata vicenda dello spesometro”.

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