Il Consiglio dei ministri ha approvato il Ddl che reca le “Modifiche alle disposizioni penali in materia di società e consorzi” e che cancella la riforma della disciplina del 2002 del Governo Berlusconi. Con il passaggio del reato di falso in bilancio da illecito contravvenzionale a reato delittuoso vengono puniti con la reclusione fino a quattro anni amministratori, direttori generali, sindaci e liquidatori. Il provvedimento abroga le soglie di punibilità previste dalla riforma del C.c. del 2002, ma introdotte per la prima volta dal centrosinistra nella riforma dei reati tributari, e pone una distinzione tra società quotate (per le quali la pena può arrivare a sei anni) e non quotate (per le quali la pena può arrivare a quattro anni). Sono state inasprite, inoltre, le pene a carico delle società di revisione contabile in caso di comunicazioni o relazioni infedeli. Da rilevare l’allungamento dei termini di prescrizione dei reati. Tra gli emendamenti al pacchetto sicurezza ieri ne è stato presentato uno che contiene l’introduzione di un nuovo reato quello di “grave sfruttamento del lavoro” e l’inasprimento delle sanzioni per violazione alla disciplina sulle attività di collocamento.
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