Sono stati superati, con lo stralcio di una delle disposizioni sul regime dei minimi, i problemi di copertura dovuti alle due norme del decreto fiscale, indicate dalla Ragioneria generale dello Stato.
Il Governo blinda in aula, con la questione di fiducia, il Ddl che converte il decreto fiscale.
Dunque, la modifica al regime forfettario per le partite Iva, che andava in soccorso di chi oltrepassava il limite di ricavi o compensi, è scesa dal Dl, ma dovrebbe essere inserita nella legge di Bilancio.
Resta dentro, invece, l'altra norma segnalata per cui si è trovata la copertura. Si tratta della norma che prevede l’uso del modello F24 per il pagamento di ulteriori tributi locali, anche con strumenti elettronici e, per le entrate diverse da quelle tributarie, anche sul conto corrente di tesoreria dei comuni.
Entra la definizione agevolata in 7 rate delle liti pendenti – Dogane vs produttori - in materia di accise su prodotti energetici, alcol e bevande alcoliche, per imposte oggetto di contenziosi che risalgono a contestazioni ante 1° aprile 2010. Non può aderirvi il contribuente condannato con una sentenza passata in giudicato in cui sia riconosciuto dolo o colpa grave.
L'annosa questione riguarda le imprese che hanno subito furti di beni sui quali l'agenzia delle Dogane chiedeva il pagamento delle accise e dell’Iva. La soluzione in un emendamento che autorizza l’agenzia delle Dogane ad operare una transazione, per i contenziosi in corso, pari a non meno del 20% delle imposte dovute (accise e Iva connessa) senza interessi, more e sanzioni.
Con un nota congiunta, sottoscritta da ADC, AIDC, ANC, ANDOC, UNAGRACO, UNGDCEC e UNICO, si definisce un “passo in avanti verso la progressiva erosione delle competenze dei commercialisti, una beffa che si aggiunge ai nuovi aggravi di obblighi e adempimenti contenuti nel decreto fiscale” l'allargamento ai tributaristi (professionisti di cui alla norma UNI 11511 certificati e qualificati ai sensi della legge 14 gennaio 2013, n. 4) della possibilità di autenticare da soli la procura necessaria a rappresentare e assistere i clienti presso gli uffici finanziari, senza dover ricorrere all’autentica notarile.
Esplicito il commento delle sigle sindacali, per cui si tratta di “aperture nei confronti di operatori che non possono garantire, al pari dei professionisti iscritti all’Ordine, adeguati livelli di preparazione atti ad assicurare al contribuente le competenze e le tutele necessarie alla corretta interlocuzione con l’amministrazione”, in quanto i tributaristi hanno un percorso di studi abbreviato e senza gli stringenti obblighi deontologici e formativi di un iscritto all’albo.
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