Ddl Stabilità, circola la bozza ufficiosa

Pubblicato il 17 ottobre 2014 La bozza del Ddl Stabilità in nostro possesso, ufficiosa, chiarisce un po' di più quali sono le ricadute fiscali del Tfr in busta paga.

Resta che il testo ufficiale che è stato inviato al parlamento non è ancora disponibile.

In sintesi, dal momento che sulla quota di Tfr che finirà, facoltativamente, in busta con cadenza mensile si dovrà l'Irpef ordinaria, si calcola che la convenienza ci sarà solo per i redditi fino ai 15mila euro. Per quelli superiori ma fino a 28mila euro non ci sarà convenienza ma neanche remissione. Ciò considerando le aliquote che scattano sopra le soglie reddituali citate. D'altro canto l'operazione è nata per aiutare le fasce deboli ad avere più liquidità mensile.

Sempre riguardo al Tfr, la Stabilità prevede:

- l'aumento dall'11 al 17% dell'imposta sostitutiva sui redditi derivanti dalle rivalutazioni dei fondi per il trattamento di fine rapporto;

- l'esclusione della quota del Tfr in busta dal computo del tetto complessivo ai fini del bonus Irpef da 80 euro (che è stabilizzato);

- avrà un limite temporale, ossia sarà opzionabile per le paghe tra il marzo 2015 e giugno del 2018;

- possono accedervi solo i dipendenti privati, con l'esclusione di lavoratori domestici e agricoli;

- la scelta del Tfr in busta resta immodificabile fino a fine giugno 2018;

- non avranno accesso all'opzione neanche i dipendenti di aziende in crisi o con una procedura concorsuale aperta;

- potranno optarvi coloro che hanno già aderito a un fondo di previdenza integrativa.

Dal lato imprese le modalità di versamento seguono 2 alternative: versare direttamente il Tfr con gli stessi benefici previsti per i datori che versano il Tfr alle forme di previdenza complementare o versare attingendo ad un credito bancario, di cui mancano le regole (verranno stabilite entro 30 giorni dal varo della legge con un Dpcm ed una convenzione Abi-Mef-Ministero del Lavoro).

L'eliminazione della componente lavoro dalla determinazione della base imponibile Irap ripristina l'aliquota ordinaria Irap di aprile 2014.

Dunque dal 1° gennaio 2015 si tornerà alle pregresse aliquote.

Le misure su Irap e contributi previdenziali per le nuove assunzioni - il Jobs act sarà collegato alla manovra - registrano l'avallo dei consulenti del lavoro. Secondo l'analisi della Fondazione studi, che ha messo a confronto il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti con le forme di lavoro contrattuali più utilizzate, vi sarà una reale convenienza del nuovo contratto, effettivamente il risparmio sul costo del lavoro concretizzato potrebbe facilitare nuova occupazione.

La sorpresa per le partite Iva al di sotto dei 15 mila euro annui, che avranno un regime forfettario, permetterà ai fruitori di risparmiare anche sul commercialista e su altre spese.
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