Così la famiglia divide gli utili

Pubblicato il 30 giugno 2008 La Suprema Corte di cassazione ha stabilito che nell’azienda familiare il conteggio degli utili da versare al coniuge decorre dalla data di cessazione attività (sentenza n. 17057/08). Il caso affrontato dalla Cassazione riguardava marito e moglie separati che avevano gestito per 4 anni una tabaccheria. Per tale attività, svolta come collaboratrice, la consorte aveva rivendicato, nonché ottenuto dal giudice del lavoro, la corresponsione di un’ingente somma calcolata sul presupposto che la partecipazione agli utili dovesse partire dall’inizio dell’attività e non dalla cessazione. Ma nella sentenza si spiega che il diritto di partecipazione, dell’articolo 230-bis del C.c. non rappresenta un compenso vero e proprio ma è un diritto qualificabile solo a posteriori in quanto condizionato dai risultati conseguiti dall’azienda.
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