La Corte di cassazione, con sentenza n. 6617 del 19 marzo scorso, ha accolto il ricorso del fisco contro una pronuncia con cui i giudici di merito avevano considerato che l'amministrazione finanziaria avesse provato l'utilizzo, da parte del coniuge della contribuente, dei conti correnti di questa per i movimenti bancari di società da lui rappresentate ma non che parte contribuente fosse coinvolta nelle attività finanziarie in questione. Secondo i giudici di legittimità, tuttavia, spetta al contribuente stesso la prova dell'estraneità alle operazioni finanziarie che vengono rintracciate sul proprio conto.
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