Contante pericoloso

Pubblicato il 30 luglio 2008

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 19902 del 18 luglio scorso, ha accolto un ricorso del Fisco contro una decisione dei giudici provinciali e regionali che avevano annullato un accertamento induttivo nei confronti di una società di Forlì, che era solita pagare in contanti, in quanto i pagamenti eseguiti con tale modalità non provavano che le relative somme derivassero da operazioni non registrate. I giudici di legittimità hanno ribaltato le decisioni delle Commissioni tributarie precisando che, in presenza di un complesso di elementi dimostrativi della disponibilità di somme non contabilizzate, è legittima la presunzione dell'esistenza di ricchezza più ampia di quella dichiarata. I pagamenti in contanti senza disponibilità di cassa, fanno presumere, quindi, una contabilità parallela che legittima, di per sé, la rettifica della dichiarazione.

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