Consulenti: “L'accordo sottoscritto dall'Inps con i tributaristi viola la legge 12/79!”

Pubblicato il 30 ottobre 2012 Il rinnovo dell’accordo di collaborazione operativa (iniziata nel 2000) Inps-Lapet, del 24 ottobre 2012, scatena le proteste del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, che, con l’occasione, tirano fuori tutte le pecche dell’Istituto di previdenza.

Preliminarmente, viene sollevata la violazione della legge 12/79, nella parte che stabilisce che “tutti gli adempimenti in materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale dei lavoratori dipendenti, quando non sono curati dal datore di lavoro, direttamente od a mezzo di propri dipendenti, non possono essere assunti se non da coloro che siano iscritti nell'albo dei consulenti del lavoro…. “, (art. 1, comma 1, l. 12/79). Pertanto, soltanto coloro che possono avere delega, ex art. 1 della legge 12/79, dal datore di lavoro per lo svolgimento degli adempimenti in materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale, hanno titolo per inviare e ricevere informazioni e/o documentazione dagli enti previdenziali, i quali sono tenuti a mantenere totale riservatezza su ogni aspetto del rapporto previdenziale. Per i motivi succitati l’accordo stipulato dall’Inps con la Lapet, relativo al Cassetto previdenziale per artigiani e commercianti, risulta del tutto illegittimo. Nello specifico, l'inserimento dei co.co.pro. tra i soggetti per cui i tributaristi hanno competenza in materia di adempimento degli obblighi contributivi non considera la riserva di legge a favore dei consulenti sulla gestione e tenuta del Libro unico.

Poi, la Fondazione studi dei consulenti del lavoro passa in rassegna i servizi Inps. Un’indagine effettuata su un panel strutturato di Consulenti del lavoro operanti in tutte le provincie italiane, fa emergere un quadro critico dell’operato dell’Istituto di previdenza: il sito dell'Inps è complesso (71% degli intervistati) e le risposte arrivano lentamente o comunque non sono esaustive, come per il rilascio del Durc effettuato a ridosso della scadenza con iter spesso bloccato per pratiche non definite o non acquisite dal sistema o per note di rettifica. L'89% delle sedi provinciali non incentivano l'uso della Pec.

Inoltre, “la completa informatizzazione dell’Inps, la conseguente chiusura dei canali telefonici e il persistere di problematiche da discutere di persona, rende ormai complicata la gestione delle pratiche e l’accesso alle sedi risulta difficoltoso, con tempi di attesa inferiori a 30 minuti solo nel 19% dei casi e contatti telefonici impossibili”.

Intanto, il presidente dell'Int, Riccardo Alemanno, interviene a stemperare i toni “non c'è alcuna volontà di sottrarre ai consulenti le esclusive loro spettanti per legge ... Eventuali fraintendimenti sono figli di una valutazione datata della figura del collaboratore, che dal 2000 in poi ha assunto i tratti del parasubordinato. Il protocollo è finalizzato solo a gestire gli autonomi”.
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