Ora che è ufficiale il ricorso della Commissione Ue davanti alla Corte di giustizia, i professionisti chiedono che non siano i contribuenti a pagare il conto nel caso che l’Unione europea bocci le norme sul condono Iva 2002-2003. Il loro timore è che il versamento effettuato per il condono, che avrebbe dovuto avvicinare il soggetto obbligato alla chiusura delle pendenze, si trasformi in una sorta di autodenuncia. D’altra parte, il legislatore comunitario intende assicurare una riscossione dell’Iva effettiva ed “equivalente” in tutti gli Stati membri. Se le amministrazioni fiscali nazionali non fossero tenute ad un’efficace azione di accertamento e controllo finalizzata a tale riscossione “equivalente” nella Comunità, non avrebbe senso l’armonizzazione dell’imposta. Per questo ha ritenuto che la rinuncia preventiva e generale alle attività di verifica costituisca una violazione degli articoli 22 e 2 della sesta direttiva e provochi gravi distorsioni nel buon funzionamento del sistema comune dell’Iva, risultandone in particolare alterato il principio di neutralità fiscale.
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