Commercialisti, comitato contro la normativa fiscale

Pubblicato il 15 marzo 2007

Su iniziativa dell’Associazione italiana dei dottori commercialisti – Adc – è nato un comitato ad hoc per lo studio della compatibilità comunitaria delle leggi tributarie attuate da questo e dal precedente Governo. Il comitato ha già portato all’attenzione della Commissione europea tre denunce di conflitti normativi che si esaminano di seguito.

Le disposizioni dell’articolo 60-bis del Dpr 633/72 e del conseguente Dm 22/12/2005, sono in contrasto con il disposto dell’articolo 17 della VI direttiva Ue e con le sentenze in merito emesse dalla Corte di Giustizia Ue: secondo la normativa italiana, nel caso di mancato pagamento dell’Iva da parte del cedente nello scambio di beni a prezzo inferiore di quello normale, l’adempimento dell’obbligo passa al cessionario perchè reputato connivente, a meno che non dimostri il contrario. Tale presunzione di connivenza confligge con il principio di proporzionalità richiesto dalla Commissione europea nell’applicazione della norma, in quanto la colpevolezza non può mai essere presunta per legge.

Illegittima è considerata anche la disposizione, in merito alle limitazioni al diritto di credito e al rimborso Iva per le società di comodo, dell’articolo 35, comma 15, lettera c), del Dl 223/2006, che prevede il divieto di riporto a nuovo, a scomputo dell’imposta dovuta, relativamente ai periodi successivi, dell’eccedenza a credito determinatasi negli esercizi in cui, per tre anni consecutivi, il soggetto sia risultato non operativo. La norma, che di fatto introduce dei parametri temporali quantitativi di esclusione, è già stata dichiarata in contrasto con il principio della detrazione dalla Corte Ue.

Infine, è evidenziata come illegittima la tassazione integrale dei dividendi provenienti, direttamente o indirettamente, da Paesi a fiscalità privilegiata, cioè il disposto degli articoli 47 e 89 del Testo unico delle imposte sui redditi. Il comitato reputa che in tal modo si restringa la libertà di circolazione dei capitali e si usi una misura eccessiva nella lotta ai comportamenti elusivi.   

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