Il Codice antimafia - Dlgs 159/2011 – non conterrà la norma definita “ammazza amministratori”. Il Ddl di riforma sulle “Misure volte a rafforzare il contrasto alla criminalità organizzata e ai patrimoni illeciti” perde, infatti, ad opera della Commissione giustizia della Camera, la modifica all’articolo 35 (nomina e revoca degli amministratori giudiziari), che obbligava l'amministratore a non avere più di un incarico.
Soddisfatto il presidente Cndcec, Gerardo Longobardi, d'accordo sulla rotazione degli incarichi, ma non con un criterio così disincentivante per i professionisti qualificati. Criterio che non fa distinzione di complessità tra i diversi incarichi, consentendone solo uno a prescindere dalla difficoltà.
Evitata la norma restrittiva, il testo incarica il magistrato a scegliere l'amministratore tra gli iscritti all’albo secondo criteri di trasparenza che assicurano la rotazione degli incarichi fra gli amministratori.
Dimostra la propensione del Cndcec verso il meccanismo della rotazione degli incarichi, la proposta del presidente Longobardi nel corso di un convegno svoltosi a Latina, organizzato dal locale tribunale ordinario. Prevedere criteri che assicurino una rotazione degli incarichi di curatore fallimentare farebbe prevenire la cattiva gestione delle nomine privilegiando serietà ed efficienza: “Occorre pensare - ha precisato Longobardi - ad un meccanismo che garantisca la job rotation, prevedendo un limite al cumulo degli incarichi....Si potrebbe prevedere che gli stessi soggetti, in un arco temporale ragionevole, non possano ricoprire più di un determinato numero di incarichi nello stesso tribunale”.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".