Cnf : il decreto antiriciclaggio va modificato

Pubblicato il 14 luglio 2009
Con un comunicato stampa di ieri, il Consiglio nazionale forense ha annunciato che chiederà a Governo e Parlamento di modificare il decreto legislativo sull'antiriciclaggio, approvato lo scorso 26 giugno dal Consiglio dei ministri a correzione del dlgs 231/2007. Le proposte emendative redatte dal Cnf sono contenute in un documento, approvato dal Consiglio in seduta amministrativa il 10 luglio 2009, che verrà consegnato alle commissioni parlamentari interpellate in sede consultiva dai ministeri competenti. Nel dettaglio, gli avvocati chiedono di rivedere e limitare l’obbligo di segnalazione da parte degli Ordini nell’ambito della loro funzione disciplinare, di escludere la possibilità di avvalersi dei dati dell’anagrafe tributaria a fini di antiriciclaggio, di rafforzare la tutela dell’anonimato del segnalante e di escludere i professionisti dagli obblighi di segnalazione in caso di violazioni delle norme sui trasferimenti di liquidità. Secondo il Cnf, che sottolinea come quella forense sia l'unica professione ancorata al diritto al segreto professionale, vi sarebbe un vero “travisamento” di quanto disposto a livello comunitario “laddove il dlgs 231 estende l’obbligo di segnalazione anche in capo all’Ordine, ritenendo che sarebbe opportuno specificare che tale obbligo emerge nel caso di ipotesi di omissione di segnalazione di operazioni sospette rilevate nell’esercizio della funzione disciplinare, dove alle volte può emergere una maggiore conoscenza del rapporto sostanziale tra cliente e avvocato”.

Eleonora Pergolari
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