Class Action virtuale

Pubblicato il 01 settembre 2008

E' stata prorogata al primo gennaio 2009 l'entrata in vigore della riforma in tema di class action. Le motivazioni del rinvio, come anche sottolineato dal Ministro per lo sviluppo economico, Claudio Scajola, sono legate alla necessità di perfezionare e ritoccare la disciplina, al fine di rendere effettiva la tutela dei consumatori. Inoltre, il Ministro Brunetta ha promesso che le azioni collettive saranno attivabili anche nei confronti della pubblica amministrazione. E' stata, quindi, giudicata importante e positiva l'introduzione dell'azione collettiva risarcitoria, anche se sono molti i punti critici delle procedure finora studiate dal legislatore: processi lunghi, senza garanzie di effettivo risarcimento, con oneri a carico dei consumatori; varie anche le lacune procedurali. La class action è riservata a consumatori ed utenti, alle persone fisiche, cioè, che agiscono per scopi estranei all'attività imprenditoriale, commerciale o professionale. Sono esclusi, quindi, gli altri soggetti contrattualmente deboli. In caso di vittoria in giudizio, non si ha risarcimento automatico ma si apre una fase in cui l'impresa deve fare una proposta che sarà diffusa ai singoli consumatori i quali decideranno di aderirvi o meno. Se poi l'impresa non formula alcuna proposta o il consumatore non accetta si passa ad altra sede conciliativa. Attualmente, l'utente-consumatore interessato ad una classa action può prenotare un'adesione a un'iniziativa promossa da un soggetto legittimato, attraverso una comunicazione per iscritto che può essere inviata via fax o via e-mail con firma elettronica, o costituire insieme ad altri un comitato per poter proporre un'azione collettiva. L'iniziativa deve contenere l'esatta individuazione della controparte e degli elementi dell'azione perseguita. Finora, a seguito del varo dell'art. 140-bis del codice del consumo, sono oltre 40 le class action attivate on-line che toccano i settori più disparati.

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