Civile e penale sotto pressione

Pubblicato il 29 gennaio 2009

Il progetto di riforma della giustizia dovrà confrontarsi con l'enorme arretrato delle cause civili e penali pendenti. Un particolare rallentamento si è avuto negli ultimi anni: dal 2002 al 2007 la capacità di definizione dei tribunali si è conservata più bassa delle sopravvenienze. E' quanto illustrato dal Ministro Alfano nel corso di una relazione alla Camera.

Per quel che riguarda il settore penale, in particolare, in base a quanto si evince da un'indagine dell'osservatorio dati dell'Unione delle camere penali, presentata ieri a Milano nel corso della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario, è emerso che, nella fase delle indagini preliminari, ci vuole più di un mese per avere informazioni mentre l'informatizzazione degli atti è un miraggio per il 93% dei Fori italiani. Non è migliore la situazione nella fase davanti al tribunale del riesame, dove i legali spesso non hanno la disponibilità completa del fascicolo. “Allarmante” è anche la diffusione della prassi processuale, giudicata come “assurda”, che inverte l'ordine di discussione, disponendo che discuta prima il difensore e poi il pm.

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