Certificazione nuova opportunità per patti più corretti

Pubblicato il 03 aprile 2010 Nell’analisi dell’autore Tiraboschi, il passaggio di maggiore interesse è il richiamo al rilancio, che il “collegato lavoro” fa, della certificazione, che nella pratica porterà alla riduzione del contenzioso in materia. La certificazione consentirà rapporti di lavoro fondati sul principio dello “stare ai patti”, della correttezza contrattuale, che metterà in chiaro da subito quali ragioni legittimano il ricorso ad una piuttosto che un’altra tipologia di contratto. Le parti – datori e lavoratori - esprimeranno finalmente in modo informato e consapevole la loro reale volontà. Del resto, come già sottolineato dalla Cassazione, anche in questo ambito, come in qualunque altro settore produttivo, non si può certo escludere la legittimità di rapporti di collaborazione, svolti non già e non solo nelle forme della subordinazione, quanto in regime di autonomia a seconda del ricorrere o meno dell’elemento dell’assoggettamento al potere organizzativo, gerarchico e disciplinare del datore.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Cambio del luogo di lavoro e legge applicabile: i chiarimenti della CGUE

12/12/2025

INAIL: dal 2026, assegno di incollocabilità fino a 67 anni

12/12/2025

Cndcec: chiarimenti su obbligo formativo in materia di antiriciclaggio

12/12/2025

Gestione rifiuti e TARI: esclusa l’aliquota ridotta per la tariffa

12/12/2025

Contributi 2025 per eventi sportivi: requisiti e scadenze per ASD e SSD

12/12/2025

Esportazione rottami metallici extra-UE: nuova piattaforma digitale dal 15 dicembre

12/12/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy