Cedolare secca: 60 giorni da Statuto
Pubblicato il 07 aprile 2011
L’articolo 3, comma 2, dello Statuto del contribuente prevede un minimo di 60 giorni per l’avvio degli adempimenti richiesti da norme tributarie di nuova applicazione. Di qui la possibilità, annunciata con un comunicato stampa del
6 aprile 2011 e durante la conference call delle Entrate ai propri uffici locali sempre del 6 scorso, di registrare i contratti di locazione i cui termini per l’adempimento scadono dal 7 aprile 2011 – entrata in vigore della norma sulla cedolare secca, l'art. 3, dlgs n. 23/2011 - entro il 6 giugno 2011.
Il tempo concesso serve a scegliere meglio se optare per la cedolare secca.
Un importante chiarimento emerso nella videoconferenza è che in caso vi siano più proprietari per un unico immobile l’opzione è separata: un proprietario può scegliere la cedolare secca e l’altro no (ad esempio, nel caso abbia un reddito basso o spese da detrarre). In sostanza si potrà scegliere autonomamente se assoggettare la propria quota di canone di locazione alla tassazione ordinaria o a quella secca (21% sul canone libero o 19% sul canone concordato).
Altra specifica è quella che l’opzione vale per l’intera durata del contratto, salvo revoca dell’interessato che si accorgesse della convenienza del regime ordinario.
Dall’8 aprile il sito dell’agenzia delle Entrate sarà dotato del software ad hoc. Annunciato, contestualmente con l’entrata in vigore delle disposizioni sul federalismo fiscale municipale, anche il provvedimento attuativo, che aveva 90 giorni di tempo e, invece, vedrà la luce con grande anticipo.
La conferenza non ha sciolto tutti i nodi sollevati dalle categorie, pertanto l’Agenzia si prepara ad emanare una circolare esplicativa a breve. In tale circolare dovrebbe, ad esempio, essere trattato il tema dell’adeguamento Istat: la cedolare toglie il ritocco su base Istat, ma si apre l’incognita sui proprietari che hanno già applicato l’adeguamento e vogliano scegliere la tassazione piatta.