Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, nel corso di un’audizione presso la Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, nell’ambito dell’indagine conoscitiva in materia di Anagrafe tributaria nella prospettiva di razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria, tira le somme e denuncia l'occasione persa sul Catasto.
I risultati positivi, anche dell'operazione Catasto, sono legati in prospettiva ad un deciso intervento sulle banche dati a disposizione del fisco.
Se sui controlli catastali si stanno, comunque, avendo buoni esiti in termini di maggior gettito, la cancellazione della riforma, operata dai decreti attuativi della delega fiscale, rappresenta un’occasione persa.
Il lavoro sin qui fatto resta e non è un lavoro perduto: sono state acquisite informazioni per l’allineamento delle banche dati.
Dalla direttrice Orlandi, infine, un suggerimento sui dati mancanti. Spiega che dal momento della costituzione del Nuovo Catasto Edilizio Urbano, per diversi anni non è stato obbligatorio presentare le planimetrie in Catasto. Ciò ha comportato che 3,3 milioni di unità, risultano prive di superficie. Per recuperarle, secondo l'Agenzia, si potrebbe assegnare alle unità immobiliari prive di superficie una superficie “convenzionale”, calcolata cioè moltiplicando la consistenza catastale per un parametro di conversione, determinato per ciascuna categoria ordinaria.
La superficie “convenzionale” non rappresenta, per definizione, l’esatta misura della superficie dell’unità immobiliare ed il contribuente, laddove dovesse ritenere errato il valore, dovrà necessariamente presentare la planimetria in Catasto secondo le modalità consuete. L'ipotesi descritta è più favorevole per il contribuente rispetto a quella di rendere obbligatoria la presentazione di un documento di aggiornamento catastale (Docfa) nel caso di planimetrie mancanti.
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