Cartella di pagamento, nuovo modello

Pubblicato il 20 febbraio 2016

Sono stati approvati sia il nuovo modello di cartella di pagamento che i fogli avvertenze relativi ai ruoli dell’Agenzia delle Entrate. Il nuovo sostituisce il modello approvato con provvedimento prot. n. 100148 del 3 luglio 2012.

Decorrenza dal 1° gennaio 2016

L’adozione del modello è obbligatoria per le cartelle di pagamento relative ai ruoli consegnati agli Agenti della riscossione a decorrere dal 1° gennaio 2016.

Nel provvedimento di approvazione - n. 27036 del 19 febbraio 2016 - l'Agenzia spiega che l'esigenza era di garantire una migliore fruibilità del contenuto informativo allo scopo di assicurare maggiore chiarezza e trasparenza al contribuente. Ma il restyling rende il modello anche più aderente al nuovo impianto normativo del contenzioso tributario (decreto legislativo 24 settembre 2015, n. 156), degli oneri di riscossione e più corrispondente all’attuale assetto organizzativo dell’Agenzia delle Entrate.

Nuova sezione: “Dove e come pagare”

Tra le modifiche:

- è presente un’unica sezione per le molteplici modalità di pagamento degli importi a ruolo, dove sono riunite tutte le informazioni relative alle molteplici modalità di pagamento precedentemente illustrate in due sezioni distinte;

- è stata ridenominata la sezione “Presentazione del reclamo-mediazione e del ricorso” in “Presentazione del ricorso” ed è stato eliminato ogni riferimento alla pregressa disciplina che imponeva al contribuente di presentare, in via preliminare, un’istanza di reclamo-mediazione.

In base alla nuova previsione normativa, infatti, per le controversie di valore non superiore a ventimila euro, la presentazione del ricorso giurisdizionale produce anche gli effetti di un reclamo e può contenere una proposta di mediazione con rideterminazione dell’ammontare della pretesa.

Una precisazione è fatta in ordine al foglio Avvertenze relativo ai ruoli emessi dagli Uffici provinciali-Territorio: è stato modificato per tutti gli uffici, tranne per quelli di Roma, Milano, Napoli e Torino che, avendo mantenuto una struttura autonoma, continuano a usare le “istruzioni” approvate nel 2013 con provvedimento, naturalmente aggiornate.

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