Cannabis, spaccio con attenuanti

Pubblicato il 16 giugno 2008
La Corte di Cassazione, con sentenza n. 22643 depositata il 5 giugno scorso, ha confermato la pronuncia della Corte di Appello di Torino che aveva condannato un uomo per il reato di detenzione illecita, al fine di messa in vendita, di 100 grammi di hashish. I giudici di legittimità hanno ritenuto legittima l'utilizzazione dei parametri individuati nel 2006 per la determinazione del quantitativo di stupefacente necessario alla dimostrazione dell'uso non personale, anche se la normativa era successiva al fatto. Infatti i parametri individuati dal Decreto del ministero della salute vanno considerati solo come elementi sintomatici che possono essere utilizzati dal giudice per trarre argomenti sulla possibile destinazione illecita. Circa la questione di legittimità costituzionale sollevata dal ricorrente in ordine alla assimilazione tra droghe pesanti e leggere, la Corte ha ritenuto la stessa infondata in quanto la cancellazione della distinzione tra le droghe è una scelta discrezionale del legislatore non criticabile sotto il profilo della ragionevolezza. Infine, secondo la Suprema Corte, allo spaccio di cannabis può essere riconosciuta l'attenuante del fatto di lieve entità solo dopo una valutazione complessiva degli elementi che riguardano l'azione (mezzi, modalità, circostanze, quantità). Nel caso in esame, l'attenuante non è stata riconosciuta stante l'ingente quantitativo di sostanza stupefacente detenuta dal ricorrente.
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