Bocciata la scissione con cessione delle quote
Pubblicato il 08 aprile 2009
Con la risoluzione n. 97/E/2009, l’Amministrazione finanziaria conferma che è elusiva la scissione di una società seguita dalla cessione di tutte le quote della beneficiaria operativa. Il caso cui si riferisce l’agenzia delle Entrate interessa le sole ipotesi di cessione a terzi della minoranza delle quote della società operativa o gestionale. Nessun problema si crea, invece, per la rivalutazione delle quote della scissa prima della scissione. La richiesta specifica avanzata al Fisco riguardava in realtà il metodo che doveva essere seguito per ripartire tra la scissa e la beneficiaria i valori rivalutati delle quote della scissa. La rivalutazione delle quote della scissa può accentuare effetti distorsivi che derivano dal metodo di ripartizione scelto dalle Entrate. L’Agenzia distingue le ipotesi di scissioni totali da quelle di scissioni parziali. Nel primo caso, il costo fiscale delle partecipazioni nella scissa deve essere ripartito in base la “valore netto contabile” del patrimonio trasferito a ciascuna delle beneficiarie. Nel secondo caso, invece, il costo va ripartito “in proporzione al valore netto contabile del patrimonio trasferito alle beneficiarie” e di quello rimasto nella scissa. La ripartizione in base al valore contabile e non in base a quelli economici dei patrimoni può far sì che il ramo d’azienda che economicamente vale di più abbia un valore fiscale uguale o minore di quello che vale di meno.