I commercialisti indignati insorgono. Lo scandalo il bando Mef, del 27 febbraio scorso, senza compenso per “professionalità altamente qualificate”, che “mortifica la professionalità, violando le norme sull’equo compenso che inquadrano nell’onerosità dell’incarico un elemento strumentale ed indefettibile per la serietà delle candidature”.
Questo il giudizio di Federcommercialisti (UNICO, FIDDOC, SIC e ANDC), sull’offerta di un contratto di consulenza dalla durata biennale, ma a titolo completamente gratuito.
Nella nota il disappunto: “Non possiamo tollerare il detrimento delle professionalità acquisite attraverso anni di sapere, competenza, aggiornamento ed esperienze che deriva da siffatto avviso …manifestazione di approssimazione e disprezzo per le categorie professionali”.
Federcommercialisti chiede: “L’avviso venga al più presto rimosso o integrato secondo i canoni dell’equo compenso per le competenze richieste”.
È uno schiaffo ai professionisti ed alla L. 205/2017, che impone alle pubbliche amministrazioni di garantire ai professionisti un compenso commisurato alla quantità e alla qualità della prestazione.
L’Associazione nazionale giovani avvocati in un comunicato congiunto con l’Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, commenta: “violare così spudoratamente i più basilari principi sanciti dalle norme sull’equo compenso costituisce un pericoloso precedente che lo Stato deve revocare al più presto”.
Equo compenso anche nei casi di convenzioni non unilateralmente predisposte dalle imprese.
Per correggere gli aspetti della norma che ne hanno limitato l'efficacia, è stato presentato un disegno di legge (AS 1119) che allarga gli effetti della legge 172/2017, istitutiva dell’equo compenso per i professionisti, sopprimendo la restrizione che ferma l’applicazione ai soli “casi in cui le convenzioni sono unilateralmente predisposte dalle predette imprese”, con la conseguente soppressione dei commi che fanno riferimento alla limitazione.
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