L'Anc non ci sta. Nonostante l'intervento del Garante della privacy, sollecitato dalla denuncia dell'Associazione nazionale commercialisti, l'obbligo di fatturazione elettronica scatterà il 1° gennaio 2019.
In un incontro con alcuni parlamentari il Garante Antonello Soro ha ribadito che le criticità “riguardano l’inclusione di dati che interessano la totalità dei cittadini, anche quelli sulle abitudini riservate, il ruolo degli intermediari che si sarebbe esteso in modo indefinito e le responsabilità del cosiddetto postino dell’Agenzia delle Entrate, atto a incamerare i dati”, ma “determinati aspetti potranno essere corretti senza particolari difficoltà”.
Il Governo promette aggiustamenti che non paiono sufficienti all'Anc, che ribatte per voce del presidente Marco Cuchel: “Come Associazione Nazionale Commercialisti, non vogliamo perdere di vista il vero punto dolente di tutta l’operazione, e cioè la fragilità del sistema circa la sicurezza dei dati. La nostra segnalazione al Garante della protezione dei dati personali, cui è seguito il noto provvedimento dell’Autorità nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, è centrata, non tanto e non solo sulla violazione dei dati attinenti alla sfera personale, ma, soprattutto, sul rischio che operatori economici privati, i quali si troveranno a gestire e custodire tutte le informazioni inerenti l’attività economica del Paese, fin nel minimo dettaglio, possano utilizzare impropriamente questi dati, mettendo a repentaglio l’economia nazionale”.
In un comunicato stampa del 20 novembre 2018, si dicono sconcertati e amareggiati per la posizione del Ministero che, da parte sua, afferma la necessità di proseguire senza indugi nel percorso intrapreso, stante necessità di non perdere il gettito previsto dall’introduzione della nuova normativa.
“Ancora una volta”, si legge nel comunicato, “sembra prevalere il gettito a questioni ben più importanti che dovrebbero avere la priorità in uno Stato di Diritto, quali la salvaguardia dei dati aziendali riguardanti anche i brevetti. Tutto l’impianto della fattura elettronica deve essere riconsiderato, in quanto, ad oggi, non presenta un livello di sicurezza sufficiente. Riguardo a questo argomento dovrebbe essere di monito ciò che è successo in merito allo spesometro del 2017, il cui sistema telematico per molti giorni ha permesso indebiti accessi, e su cui l’Agenzia ha dovuto riferire in Parlamento, e la più recente vicenda sulla sicurezza delle pec dei magistrati, sottoposte in questi giorni ad un attacco hacker”.
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