L’ANC ha inviato una lettera all'Agenzia Invitalia per chiedere una tempestiva correzione dell’art. 6 del bando “Impresa Sicura”, che esclude gli studi professionali dai soggetti che possono beneficiare del contributo.
Il bando attua l’art. 43 del decreto Cura Italia - erogazione attraverso Invitalia di contributi per la messa in sicurezza dei lavoratori - ai fini del rimborso delle spese sostenute per l’acquisto di Dpi (dispositivi di protezione individuali) nell’emergenza Coronavirus.
La questione sta nella previsione che possono compilare la domanda di rimborso - dalle ore 10.00 del 26 maggio 2020 alle ore 17.00 dell’11 giugno 2020, attraverso la procedura informatica che sarà attivata sul sito web dell’Agenzia Invitalia - solo le imprese, indipendentemente dalla dimensione, dalla forma giuridica e dal settore economico in cui operano, che, alla data di presentazione della domanda di rimborso, siano:
Nella missiva del 4 maggio 2020, firmata dal presidente Cuchel, si segnala quella che l’ANC considera essere una svista clamorosa e dalle conseguenze enormi, ma che potrà essere immediatamente sanata.
Nero su bianco: “L’art. 6 del bando in oggetto, che dà attuazione all’art. 43 del decreto Cura Italia (erogazione attraverso Invitalia di contributi per la messa in sicurezza dei lavoratori), prevede al punto a) che i beneficiari del contributo debbano essere necessariamente iscritti al Registro delle Imprese, requisito che lascia fuori migliaia di studi professionali, che pure assolvono gli adempimenti Inail. Chiediamo pertanto un’immediata correzione del bando, affinché sia ripristinato il principio di equità e sia data certezza anche agli Studi Professionali riguardo ad una ripartenza che si svolga in tutta sicurezza e con il minore disagio possibile”.
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