Ancora un deferimento di fronte alla Corte di giustizia europea per l’Italia in merito alle agevolazioni concesse alle neo-quotate in Borsa tra il 2 ottobre 2003 ed il 31 dicembre 2004, derivanti dall’articolo 1, comma 1, lettera d e l’articolo 11 del Dl 269/03 (il taglio al 20% dell’aliquota sulle imposte per tre anni e la deducibilità delle spese per l’offerta pubblica iniziale). Secondo europea, tali benefici sono distorsivi della concorrenza in violazione dell’articolo 88 dei trattati, tanto più che essi erano applicabili solo in Italia. L’accusa della Commissione è che l’Italia non abbia fatto nulla per recuperare gli aiuti in ottemperanza della decisione dell’Esecutivo Ue del 16 marzo 2005.
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