A seguito dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, i sindacati dei commercialisti rispondono alle dichiarazioni che in quella sede la Direttrice dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha rilasciato sul contenzioso tributario.
In particolare, un paio di affermazioni hanno provocato la reazione: la prima riguarda il dato che l'Agenzia delle Entrate in Cassazione – con riguardo ai ricorsi presentati negli anni 2015 e 2016 – abbia avuto successo nel 90% dei casi; la seconda riguarda le “sentenze pilota” cui Amministrazione finanziaria e Supremi Giudici stanno lavorando.
L’Associazione italiana dottori commercialisti (Aidc), sulle percentuali di vittoria giudica i dati “parziali” ed accusa il direttore di smentirsi citando i dati riportati dalla stessa Orlandi in un comunicato stampa del 15 maggio 2015.
Sulle “sentenze pilota” il sindacato della categoria sottolinea, invece, che «in uno stato di diritto deve essere scrupolosamente garantita l’assoluta terzietà del giudice, in perfetta attuazione dei dettami costituzionali», non, altrimenti, che accusatore e giudice decidano concordemente l'esito del processo.
Anche l'Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec), in un diverso ma contemporaneo comunicato stampa del 1° marzo 2017, scrive: «Le attuali problematiche del contenzioso tributario non possono ridursi ad una “standardizzazione” delle sentenze, per lo più definite da una collaborazione con una sola delle parti». Sarebbe una pericolosa deriva accentratrice.
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