Disappunto dell’Associazione italiana Dottori Commercialisti (AIDC) per il nuovo adempimento veicolato dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 5 novembre 2018: il registro deleghe obbligatorio per gli intermediari delegati all’uso dei servizi di fatturazione elettronica per conto degli operatori Iva.
Si tratta dell' “ennesimo registro cartaceo cronologico delle deleghe acquisite, che integra un evidente controsenso, statuendo un adempimento analogico in un (presunto?) processo digitale”, così il presidente AIDC, Andrea Ferrari, nel comunicato stampa dell'8 novembre 2018.
E spiega: “Nello svolgimento della nostra professione abbiamo quotidianamente a che fare con l’acquisizione di deleghe per l’apertura, la variazione e la chiusura della partita Iva, per il ritiro della smart card, per l’apertura e la consultazione del cassetto fiscale, per l’apertura e la gestione del cassetto previdenziale, per la fatturazione digitale, per il pagamento e la trasmissione dell’F24, per la trasmissione dei dichiarativi fiscali, per l’assistenza nella fase degli accertamenti e del contenzioso, per l’accesso all’agente della riscossione. A chi è utile una complessità del genere?”.
I dottori commercialisti chiedono un'immediata revisione del sistema delle deleghe per i rapporti con l’amministrazione finanziaria, passando da una delega a tempo e a materia ad un’unica delega fino a revoca.
“E' indispensabile - si legge nella nota - che venga prevista una unica delega da conferirsi all’inizio del mandato, senza limiti di tempo, in ogni momento revocabile, da trasmettersi telematicamente all’amministrazione finanziaria, con tutte le precauzioni del caso - come data certa e firma digitale - e valida per tutte le casistiche in cui il legislatore prevede l’intervento del professionista.”.
“Il rapporto tra Amministrazione Finanziaria e contribuente dovrebbe, invece ed una volta per tutti, evolversi nell’interesse di entrambe le parti. Per tale motivo AIDC rimarca la necessità del definitivo riconoscimento per il dottore commercialista del ruolo, da tempo ipotizzato, di incaricato di pubblico servizio, in funzione del quale ritiene opportuno formulare la prima concreta proposta ed ipotesi di lavoro.”.
Dunque, si chiede che al dottore commercialista venga attributo “un ruolo parapubblico, in modo da diventare la lunga mano della Pubblica Amministrazione nei confronti del cittadino e, per quest’ultimo, una scorciatoia quando deve rivolgersi ad un ufficio. Bisogna darci l’opportunità di diventare un’oggettiva utilità per il pubblico, anche a fronte di un maggiore carico di responsabilità”.
La centralità dei Dottori Commercialisti nel rapporto tra Stato e contribuente deve essere sancita formalmente e deve assicurare al contribuente facilità ed immediatezza di accesso agli adempimenti per tramite del proprio Dottore Commercialista di fiducia.
Anche questo tema sarà al centro del VII Meeting di AIDC, che si terrà a Bologna, presso FICO Eataly, il prossimo 16 novembre.
Invitati al meeting, dal titolo “Strategie di cambiamento. La nuova sfida del dottore commercialista”, manager d’impresa, rappresentanti della politica e vertici di categoria.
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