Agenzia delle uscite. Ddl finalmente al Senato

Pubblicato il 21 giugno 2012 E’ formalizzato, perché depositato al Senato, il disegno di legge per l’istituzione di una Agenzia delle uscite con l’obiettivo di creare, nel vincolo della invarianza dei costi per lo Stato, un organismo con poteri investigativi, accertativi e sanzionatori sulle dinamiche della spesa comparabili a quelli di cui dispone l’Agenzia delle entrate sul fronte della lotta all’evasione fiscale “nella consapevolezza – dice il Presidente dei commercialisti italiani, Claudio Siciliotti - che la lotta alle dissipazioni di risorse pubbliche costituisce nulla più che l’altra faccia della medaglia di un problema che è il medesimo e che nessuna spending review potrà mai essere efficace fino a quando a chi deve curarne il buon esito non verranno attribuiti poteri adeguati”.

Aggiunge: “Se un titolare di partita IVA non effettua in via telematica, alle prescritte scadenze, le comunicazioni dei dati che gli vengono richiesti dall’Agenzia delle Entrate per una più efficace lotta all’evasione è soggetto a rilevanti sanzioni pecuniarie. Cosa succede – chiede il presidente dei commercialisti - al dirigente di un’Amministrazione o di un Ufficio che fornisce dati incompleti o reticenti sugli incarichi dei dirigenti, sul parco autovetture a disposizione o su altre voci che gli vengono richieste ai fini di un puntuale censimento finalizzato ad una più efficace lotta agli sprechi e alle doppie o triple remunerazioni?”.

Prosegue: “Sappiamo che se un contribuente è destinatario di un avviso di accertamento, con il quale l’Agenzia delle Entrate contesta un determinato importo di tributi evasi, può fare ricorso alla magistratura tributaria, ma l’accertamento rimane comunque esecutivo per il 30% anche in pendenza di giudizio. Perché se Enrico Bondi e la sua task force individuassero nello svolgimento del loro lavoro delle situazioni in cui ritenessero di poter contestare un danno erariale, non dovrebbero poter emettere apposito avviso nei confronti dei soggetti responsabili, lasciando a questi ultimi la possibilità di ricorrere presso la magistratura contabile, ferma restando l’esecutività del 30% degli importi contestati?”.
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