Con tre sentenze di Cassazione ha chiarito alcuni aspetti riguardanti le società personali e in particolare i rapporti tra questi soggetti e i loro soci, nell’ambito del discorso riguardante le norme sull’accertamento.
La sentenza n. 17225, depositata il 28 luglio 2006, riguarda il cosiddetto “socio occulto”. Il Fisco può richiedere il pagamento dei debiti tributari di una società di persone anche ai soci, palesi o occulti, in virtù della responsabilità solidale e illimitata. Nel caso del socio occulto, può indicare questa qualifica nel relativo avviso di rettifica. Qualora il soggetto voglia contestare il “titolo” di socio non palese, dovrà farlo impugnando l’atto dinanzi al giudice tributario, per chiederne l’annullamento.
Con la sentenza n. 17731 del 4 agosto 2006, si pronuncia sugli atti illeciti e le sanzioni. Il socio accomandante non può sottrarsi alla ripartizione per trasparenza a causa della condotta illecita dell’amministratore. In altre parole, spetta solo alla società il potere di disconoscere o ratificare l’illegittimo operato dell’amministratore, con l’ulteriore conseguenza che, una volta che tale potere sia stato positivamente esercitato, ogni questione relativa all’estraneità dell’atto compiuto rispetto all’oggetto sociale è da ritenersi irrilevante.
Infine, ha anche stabilito (sentenza n. 18820/06) che se il Fisco rettifica in aumento il reddito di una società personale, anche dal socio non amministratore sono eventualmente dovute le sanzioni per la infedele dichiarazione.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".