Abuso del diritto a maglie larghe
Pubblicato il 27 aprile 2009
Dalla lettura di alcune sentenze di Cassazione emesse nel 2008 emerge che esiste, nel nostro ordinamento, una clausola generale non scritta che deriva dal principio costituzionale di capacità contributiva e che permette al Fisco di vincere sempre più spesso il contenzioso con il contribuente, accusato di utilizzare abusivamente norme fiscali di favore (abuso di diritto). Infatti, pur non essendovi contrasto con una norma specifica, se non sussistono ragioni economicamente apprezzabili diverse dal mero risparmio fiscale a sostenere l’operazione, non è consentito ottenere vantaggio dall’utilizzo di strumenti giuridici. In sostanza, la Cassazione vieta l’utilizzo distorto di tali strumenti, di per sé leciti, per conseguire un risparmio d’imposta con comportamenti che non hanno altra giustificazione economica. Dunque, nell’ambito delle operazioni straordinarie e delle deduzioni di costi oltre alle disposizioni antielusive (l’unica norma antielusiva scritta è quella dettata dall’articolo 37-bis del Dpr 600/73) il Fisco ha a disposizione anche l’arma, non espressamente antielusiva, dell’abuso del diritto che potrebbe rappresentare una vera e propria vessazione per il contribuente che vede assottigliarsi le garanzie che gli spettano, come l’impossibilità per l’amministrazione di iscrivere provvisoriamente a ruolo la metà delle maggiori imposte accertate.