Inpdap, pensioni “sessiste”

Pubblicato il 14 novembre 2008 Una pronuncia (nella causa C-46/07) della Corte di giustizia delle Comunità europee, riferibile alle sole pensioni dei dipendenti del comparto pubblico, boccia i meccanismi di ritiro differenziati per uomini e donne, che contrastano col principio esposto nell’articolo 141 del Trattato Ce, deputato a vietare ogni discriminazione in materia di retribuzione tra lavoratori e lavoratrici, quale che sia il meccanismo che genera l’ineguaglianza. Per tale ragione, la fissazione di un requisito di età che varia secondo il sesso (60 anni per le donne, 65 per gli uomini) per la concessione di una pensione, che costituisce retribuzione ex articolo 141 Ce, è in conflitto con questa disposizione. La CGCE “chiede” dunque all’Italia di rimuovere l’elemento discriminatorio. Pena una seconda procedura d’infrazione e una nuova condanna “in automatico”, accompagnata, stavolta, da sanzione pecuniaria.
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