Relazione annuale Corte europea dei diritti dell’uomo: primo calo di ricorsi per l’Italia

Pubblicato il 31 gennaio 2015 L’ultima Relazione annuale della Corte dei diritti dell’uomo presentata a Strasburgo il 29 gennaio 2015, ha evidenziato, in questo ultimo periodo, una prima lieve diminuzione dei ricorsi provenienti dall’Italia.

Infatti, sebbene il nostro Paese si collochi ancora al secondo posto per numero complessivo di cause pendenti dinnanzi alla Corte europea (secondo solo all’Ucraina), si è tuttavia assistito, soprattutto negli ultimi quattro mesi, ad una decisiva svolta di tendenza, passando da circa 17.000 cause del 2013 a 10.000 del 2014.

Ciò soprattutto – come specificato nella Relazione - per effetto della sentenza Torreggiani, relativa al sovraffollamento carcerario.

E’ stato ancora sottolineato come il 2014 sia stato complessivamente un anno positivo per la Corte di Strasburgo, cui, soprattutto grazie alla implementazione del Protocollo n. 14 e ad un maggior rigore delle regole procedurali, sono pervenuti oltre il 15% di ricorsi in meno rispetto al 2013.

Per le medesime cause, la Corte europea è poi riuscita a ridurre di oltre il 30% il proprio arretrato di controversie pendenti, nonché il numero di sentenze complessivamente depositate, che è passato da 916 del 2013 a 891 del 2014.

Di tali pronunce, quelle destinate all’Italia sono state ben 44, riguardanti prevalentemente la condanna per violazione dell’art. 6 CEDU sull’equo processo e sul diritto di proprietà.

Si è infine ribadito che, nonostante la recente inversione di tendenza, dal 1959 ad oggi, l’Italia si è vista destinataria di ben 2.512 sentenze pronunciate dalla Corte europea, alcune delle quali piuttosto note; in ciò, seconda solo alla Turchia.
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