Si è conclusa il 23 novembre l’iniziativa di protesta promossa dagli avvocati delle Camere penali italiane contro la proposta di riforma della prescrizione e il “populismo giustizialista” del Governo e della sua maggioranza.
Unitamente allo sciopero di 4 giorni (dal 20 al 23 novembre 2018), si è tenuta anche una manifestazione nazionale, a Roma, organizzata per l’ultimo giorno di astensione, nel corso della quale, il presidente dell’UCPI, Giandomenico Caiazza, ha tracciato il bilancio della mobilitazione.
L’adesione allo sciopero da parte dei penalisti è stata “totalitaria”: un risultato definito “straordinario”.
Caiazza ha assicurato che verranno dedicate tutte le forze e tutte le energie necessarie per spezzare una riforma della giustizia definita “controriforma autoritaria” e per restituire al nostro Paese una giustizia penale rispettosa dei diritti della persona e degna di una società civile.
La consapevolezza del particolare momento storico – sottolinea – può essere colta anche considerando l’adesione della comunità dei giuristi all'allarme lanciato dai penalisti.
Alla manifestazione nazionale dei penalisti “Contro il populismo giustizialista, in difesa della Costituzione e dei diritti” è intervenuto anche il presidente del Consiglio nazionale Forense, Andrea Mascherin.
Mascherin, per rappresentare la delicatezza della situazione, fa riferimento ad una metafora: “Il mare delle democrazie vede scatenarsi la tempesta: ecco, è in questa tempesta che noi salviamo i naufraghi, ossia i cittadini. Siamo le navi non governative che scendono i mare. E se c’è una flotta dell’avvocatura, c’è bisogno anche di una nave ammiraglia: deve essere quella dei penalisti”.
Solidarietà all’iniziativa dei penalisti è giunta anche dall’Associazione Nazionale forense che, con comunicato del 23 novembre a firma del Segretario, Luigi Pansini, ha sottolineato come l’Avvocatura, nelle sue componenti istituzionali e associative, debba “farsi promotrice di un’iniziativa pubblica sulla giurisdizione, proposta anche all’Organismo Congressuale Forense nel corso dell’incontro odierno con le associazioni, e combattere le semplificazioni, anche di editorialisti e conduttori televisivi, dell’idea del processo civile e di quello penale”.
Per Pansini, in particolare, “Non è pensabile annullare la prescrizione perché significherebbe allungare all’infinito i tempi di accertamento del processo, e tantomeno è ipotizzabile comprimere il diritto ad un processo civile equo in nome di una distorta concezione mediatica dell’efficienza”.
L’interesse per la giurisdizione e la sua corretta amministrazione – conclude il rappresentante dell’ANF – “è di tutta l’Avvocatura”.
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