Nella seduta del 22 febbraio 2018, il Consiglio dei ministri ha approvato, in via preliminare, tre decreti di attuazione della delega contenuta nella legge di riforma del sistema penale (n. 103/2017) in tema di ordinamento penitenziario.
Si tratta di tre decreti legislativi che introducono disposizioni di modifica su:
Il primo decreto prevede, tra le altre misure, la possibilità che l’amministrazione penitenziaria organizzi e gestisca attività di produzione di beni o servizi, all’interno o anche all’esterno dell’istituto, volte al cosiddetto “autoconsumo”; introdotte anche norme in tema di lavoro di pubblica utilità come strumento per soddisfare le esigenze connesse al lavoro penitenziario e le finalità di risocializzazione.
L’altro testo interviene riformando la fase dell’esecuzione della pena nei confronti dei condannati minorenni e dei giovani adulti (al di sotto dei 25 anni), con l’obiettivo di valorizzare il percorso educativo e di reinserimento sociale dei medesimi.
Si introduce un sistema di individualizzazione del trattamento, in cui la detenzione viene limitata solo ai casi in cui non è possibile contemperare le esistenze di sicurezza e sanzionatorie con le istanze pedagogiche.
Le misure saranno accompagnate da uno specifico programma di intervento educativo, ritagliato sulla specificità del singolo condannato.
Le disposizioni del terzo decreto legislativo sono volte all’introduzione di un modello di intervento in cui alla vittima del reato viene assegnato un ruolo centrale: vengono, così, promossi dei percorsi, per il reo, di riparazione in favore di chi ha subito il reato.
Si rammenta che gli addetti ai lavori, da ultimo anche gli avvocati dell’Unione delle camere penali, hanno da più parti sollecitato l’approvazione dei testi di riforma del sistema carcerario, anche alla luce dei pareri, già espressi, delle competenti commissioni di Camera e Senato.
Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, dal canto suo, ha evidenziato come sia in atto “un lavoro in progress”; alcuni provvedimenti - ha affermato subito dopo il Consiglio dei ministri di ieri – “sono stati adottati, altri lo saranno nelle prossime settimane, anche tenendo conto delle indicazioni del Parlamento”.
L’obiettivo – ha ricordato – è che il sistema carcerario “contribuisca a ridurre notevolmente il tasso di recidiva da parte di chi è accusato o condannato per reati”.
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