Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, nel documento presentato lo scorso 30 luglio in audizione presso l’XI Commissione Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato, ha fornito alcune osservazioni in merito al disegno di legge n. 1338, recante delega al governo per la semplificazione e la codificazione in materia di lavoro. Le proposte dei CdL mirano a “introdurre meccanismi di semplificazione regolatoria” che possano “definire e razionalizzare alcuni aspetti, relativi al sistema istituzionale delle politiche del lavoro e alla corretta interazione tra i diversi soggetti istituzionali, sia di derivazione statale che regionale”.
L’obiettivo, secondo i CdL, deve essere perseguito innanzitutto mediante una revisione degli aspetti formativi dell’apprendistato professionalizzante, con l’obiettivo di valorizzare maggiormente la formazione on the job, ossia l’affiancamento degli apprendisti da parte di tutor e personale specializzato. Ciò dovrebbe ridurre al minimo, o addirittura eliminare, gli adempimenti burocratici.
Per rendere più efficace e omogeneo il sistema dei servizi per l’impiego, a parere dei CdL bisognerebbe delineare più compiutamente il ruolo del Ministero del Lavoro e dell’ANPAL, introducendo degli standard ministeriali uniformi in merito a obblighi e relative sanzioni, interconnessione e condivisione delle banche dati per tutti gli organismi regionali, gli enti pubblici vigilati da Ministero del Lavoro e tutti i soggetti privati accreditati ad operare nell’ambito dei servizi al lavoro.
A tal fine, andrebbe previsto in seno al Ministero del Lavoro un organismo con compiti di monitoraggio e coordinamento degli enti vigilati.
Al contempo, per i CdL appare condivisibile l’ipotesi di accorpare in un unico soggetto le funzioni oggi suddivise tra ANPAL, ANPAL Servizi e INAPP, prevedendo apposite disposizioni finalizzate ad omogeneizzare i diversi status giuridici del personale operante e i relativi trattamenti economici.
Tra le proposte dei CdL trova anche spazio l’intenzione di rivedere le regolamentazioni in materia di diritto del lavoro e legislazione sociale di derivazione comunitaria, quale ad esempio quella relativa agli incentivi all’occupazione, che prevedano vincoli ulteriori rispetto a quelli previsti dalle normative comunitarie.
Inoltre, sarebbe opportuno rivedere gli accordi di cooperazione applicativa tra i sistemi informativi dei diversi enti, al fine di individuare e mettere a disposizione di cittadini, imprese e intermediari modulistica ed informazioni omogenee e facilmente individuabili.
Infine, sarebbe opportuno per i CdL dare la possibilità di detrarre dall’imposta gli eventuali oneri regolatori che dovessero scaturire dalla emanazione di nuove normative.
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