Il CNF chiede misure a sostegno della categoria forense nonché interventi volti a semplificare il lavoro degli avvocati. Dall’OCF giunge la richiesta di rinvio dell’entrata in vigore del Codice della Crisi d’impresa.
Il Consiglio Nazionale Forense ha inviato una missiva al Premier e ai ministri dell’Economia e del Lavoro, con l’indicazione di alcune misure ritenute necessarie a fine di supportare gli avvocati nell’attuale emergenza epidemiologica da Coronavirus.
In primo luogo, si chiede di consentire a Cassa forense di effettuare interventi di sostegno degli iscritti “in deroga ai regimi vincolistici ordinari, e per tutto il tempo che sarà necessario”.
A seguire, viene sottolineata la necessità di ulteriori misure, tra le quali:
Richiesta anche l’estensione agli avvocati delle misure di supporto alla liquidità, del credito d’imposta per canoni di locazione di immobili adibiti a studio legale e delle misure di sostegno finanziario relative a prestiti e mutui.
Altra missiva del CNF è indirizzata, invece, al ministro della Giustizia e contiene alcune proposte volte a semplificare il lavoro degli avvocati e la pratica forense, nonché a migliorare i provvedimenti adottati in materia di sospensione delle udienze e dei termini processuali.
Vengono così indicate modalità semplificate:
In tema di pratica forense, viene chiesto di consentire, sino al 30 giugno 2020, il rilascio del certificato di compiuto tirocinio anche qualora il tirocinante non abbia assistito a venti udienze.
Tra le proposte in materia di sospensione delle udienze e dei termini processuali, si chiede l’estensione delle misure previste anche alle giurisdizioni speciali nonché agli arbitrati.
Altre indicazioni riguardano le disposizioni concernenti l’esecuzione della pena e la sospensione dei termini relativi all’esecuzione delle pene detentive.
Anche l’Organismo Congressuale Forense, nei giorni scorsi, ha elaborato una serie di proposte di modifica da introdurre nella legge di conversione del DL “Cura Italia”.
Da ultimo, con una lettera datata 25 marzo, ha chiesto al Guardasigilli, Alfonso Bonafede, il differimento, di un anno, del termine di entrata in vigore dell’intero Codice della crisi.
Questo, in considerazione dell’impatto che l’emergenza Coronavirus potrà avere sulla stragrande maggioranza delle imprese nonché sui professionisti coinvolti, avvocati e commercialisti in primis.
La missiva è firmata dal coordinatore dell’Organismo, Giovanni Malinconico.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".