Si sono conclusi i lavori del III Congresso nazionale dell’Unione Nazionale Avvocati Amministrativisti (UNAA) svoltosi a Bologna (19 e 20 ottobre 2018), sul tema “Giustizia amministrativa: un servizio accessibile per un paese migliore”.
Nella sua relazione introduttiva, il presidente dell’Unione, Umberto Fantigrossi, ha presentato una serie di proposte di riforma della giustizia amministrativa messe a punto dall'UNAA.
Le proposte riguardano profili di per sé eterogenei, e vanno dall’organizzazione e governance della giustizia amministrativa (Consigli Giudiziari, indipendenza del Giudice amministrativo, ridefinizione competenze del Tar Lazio), alle modifiche del processo amministrativo per renderlo più efficace (giudice monocratico, valorizzazione dell’udienza cautelare), all’introduzione di nuovi istituti volti a rappresentare un’alternativa al sistema del contenzioso giudiziale (mediazione amministrativa; mediazione in materia di appalti).
Su queste, si è focalizzato il dibattito svoltosi nell’ambito della Tavola rotonda “Prospettive di riforma della giustizia amministrativa” a cui, nel corso della prima giornata di lavori, ha partecipato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.
Il Guardasigilli, in primo luogo, si è pronunciato in tema di indipendenza della magistratura amministrativa, dichiarandosi favorevole alla proposta di impedire ai consiglieri di nomina governativa di partecipare alle sezioni giurisdizionali; nei confronti di questi consiglieri, lo stesso ha addirittura affermato di ritenerne auspicabile la cancellazione o la riduzione.
A seguire, il confronto è stato rivolto al nodo riguardante l’accesso alla giurisdizione, in merito al quale il ministro Bonafede ha manifestato un’apertura nel riconsiderare il contributo unificato attuale.
Rispetto alla mediazione promossa dagli avvocati amministrativisti, il Guardasigilli ha illustrato le proprie perplessità, affermando di essere convinto che “le pubbliche amministrazioni, anche per la ritrosia a prendersi maggiori responsabilità erariali, potrebbero depotenziare la mediazione”.
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