Appalti e arbitrati: a breve l'esame dello schema da parte del Cdm
Pubblicato il 25 novembre 2009
Il 24 novembre scorso è stato esaminato, in Preconsiglio dei ministri, lo schema del decreto che, in attuazione dell'art. 44 della Legge Comunitaria 2008, recepisce la direttiva n. 2007/66/Ce, la cosiddetta “direttiva ricorsi” nei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.
La direttiva contiene, altresì, alcune disposizioni volte ad incentivare la definizione bonaria delle liti ed il ricorso allo strumento arbitrale.
A grandi linee, lo schema del disegno prevede la modifica del Codice dei contratti pubblici: il contratto, in base alle nuove norme, non potrà essere firmato prima di quaranta giorni decorrenti dall'invio dell'ultima delle comunicazioni del provvedimento di aggiudicazione definitiva. La comunicazione dell'aggiudicazione, che dovrà contenere anche le indicazioni per poter avanzare un eventuale ricorso, dovrà essere sinteticamente motivata e notificata con raccomandata a/r o con posta elettronica certificata.
All'interno del testo viene prevista la possibilità di adire un arbitrato ovvero a giudizio ordinario solo dopo il mancato raggiungimento di un accordo bonario che segua ad un effettivo esperimento di una trattativa tra le parti. In caso di accordo bonario, si avrà una riduzione dal 50 al 25% dei minimi tariffari dei compensi per la commissione.
Le parti, potranno ricorrere all'arbitrato solo qualora sia presente, nel contratto, la clausola compromissoria. In base allo schema, si prevede che non sarà possibile incrementare i costi arbitrali “per qualsivoglia ragione”, costi che dovranno essere comprensivi sia del compenso per gli arbitri che del compenso dovuto ai difensori. In ordine ai compensi arbitrali, tuttavia, la partita non è ancora chiusa e il testo di riforma potrebbe subire alcune modifiche.
Prevista anche la riforma del ricorso al Tar che introdurrà un procedimento più snello e con minori sospensive.
Il testo sarà a breve esaminato dal Consiglio dei ministri.